Descrizione
E’ come se fossero tornati a casa, dopo 66 anni. Giovanni Rosso (classe 1923) e Giacomo Rosso (classe 1914), di Valle Rossi, soldati del 2° Reggimento Alpini, furono fatti prigionieri dai Tedeschi sul Brennero dopo l’8 settembre ‘43. Portati in Germania per diventare due dei tanti “schiavi di Hitler”, morirono di fame e di malattia (come testimonia almeno per Giovanni Rosso il compagno di prigionia Angelo Magliano di Baldissero d’Alba che ricorda il commilitone ammalato e trasportato su un carretto, dopo l’arrivo degli americani) in un campo di concentramento vicino a Sarreguemines, al confine tra Francia e Germania, rispettivamente il 3 aprile ed il 18 settembre 1944. I familiari sapevano della loro morte, ma non pensavano ci fossero testimonianze sul luogo di sepoltura. Una lettera giunta al sindaco a febbraio ha invece aperto la possibilità di riportare a casa, forse, i resti dei loro cari. Mario Martini di Boves, già presidente della Provincia, anche lui “schiavo di Hitler”, nel ‘45 lavorò al disseppellimento di molti cadaveri di ex prigionieri per tumularli su una collina del paese francese. Si annotò su un foglio i nomi di cinque alpini cuneesi, tra cui quelli di Giovanni e Giacomo Rosso. Dopo 65 anni, quel foglietto è venuto alla luce e Martini l’ha trasmesso ai comuni di provenienza dei defunti. Gaspare Rosso, nipote di Giovanni, si è subito attivato ed ha scoperto che i resti dei militari italiani dal 1962 dovrebbero essere inumati nel cimitero nazionale di Tolone: se è così, due dei 70 caduti sommarivesi nella 2^ guerra mondiale potranno forse tornare a riposare per sempre tra le “loro” colline natali. E’ quello che si augurano Maria, Caterina e Bartolomeo Rosso, fratelli di Giovanni, ed i nipoti di Giacomo Rosso.
a.c.